Pappagallo. <span>Foto Giuseppe Capacchione</span>
Pappagallo. Foto Giuseppe Capacchione
Vita di città

La storia di Gino e il suo pappagallo Checco

A Trinitapoli l'amore fra il propietario e il suo pappagallo che lo ricambia con piena fedeltà

Un pappagallo per amico, molto più fedele di quanto si possa immaginare. Vi raccontiamo una vera storia d'amore direttamente da Trinitapoli, quella fra Luigi Vitobello, per gli amici Gino, e Checco il suo pappagallo. Allevato sin da quando non aveva neanche piumaggio, il Parrocchetto monaco dalle piume verdi ricambia il suo affetto con una fedeltà pari a quella dimostra in genere all'uomo dagli amici a quattro zampe. E proprio come loro basta un fischio di Gino per obbedire a qualsiasi comando. «Ho adottato Checco due anni fa - ha affermato il proprietario -. L'ho nutrito con la siringa e gli ho insegnato tutto quello che potevo come fosse un figlio». Parla anche, la sua frase preferita è: «Papà Gino» che usa per chiamare il suo padrone. «Ogni mattina puntuale alle 6.30 mi sveglia e vuole uscire per andare a fare una passeggiata», ha continuato Gino. Lo porte con sé anche al bar e mentre Gino beve il caffè, Checco lo attende pazientemente sulla sedia con la sua ciotola di cibo.

«Mi segue ovunque - ha specificato Gino -. Non posso lasciarlo in casa. Si fida solo di me». Guai a provare a toccarlo, pizzica con il becco. Riconosce solo la mano del padrone, non accetta una carezza neanche dalla moglie o dai figli di Gino. Un vero animale da compagnia per un uomo affetto da una disabilità agli arti inferiori in seguito a un incidente. «Per me è un vero amico. Sempre fedele», ha riferito commosso. La socialità con gli altri pappagalli non è il massimo per un volatile domestico «infatti evito di farlo entrare in contatto con i pappagalli della sua specie che nidificano sugli alberi a Trinitapoli, nel confronto lui ha sempre la peggio», ha sottolineato il proprietario. Checco ormai è diventato la mascotte dei bambini al parco. Fanno a gara per tenerlo qualche istante sul braccio e magari scattare una foto con lui. «Il rapporto fra me e Checco - ha concluso Gino - è qualcosa di unico».
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