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UIL, scuola: «Puglia regno dei precari»

«A rischio avvio anno scolastico»

"Come recita un famoso ritornello, anche quest'anno i pugliesi non cambieranno, stessa spiaggia stesso mare, anche perché i veri cambiamenti arriveranno con il ritorno a scuola, quando si assisterà all'ennesimo valzer di docenti. Cambiano i governi ma la musica è sempre la stessa: la scuola al Sud e in Puglia ancora una volta penalizzate dalle immissioni in ruolo, che copriranno poco e male il deficit di docenti sul territorio, costringendo i dirigenti scolastici ai salti mortali per garantire l'offerta formativa e tanti studenti e tante famiglie a cambiare docente".

Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia, commenta i dati sulle immissioni in ruolo in Puglia, "molto inferiori alle aspettative, in attesa di un altro bagno di sangue per il personale ATA, per il quale il MIUR ha già dichiarato di voler coprire il 50% dei posti vacanti".
"Saranno infatti 2106 le immissioni in ruolo nella nostra regione, di cui 397 per l'infanzia (64 sostegno), 239 primaria (40 sostegno), 517 scuola media (44 sostegno) e 953 scuola superiore (23 sostegno). Quindi, restano fuori oltre 1.300 posti (quota 100), decine di posti non date ai ruoli sul vecchio contingente per svariati motivi e circa 4.000 deroghe sul sostegno non stabilizzate.

"Si cerca di mascherare i dati - continua Verga - mediante la copertura dei posti vacanti soltanto sino al 29 maggio 2019, non considerando i posti rimasti liberi con il contingente dello scorso anno, i posti dei pensionati con quota 100 e le migliaia di posti in deroga sul sostegno che, in Puglia, sistematicamente si attivano. Come abbiamo più volte denunciato, si tratta solo di fumo negli occhi, che non aiuterà a migliorare la qualità e la quantità del servizio scolastico regionale, anzi contribuirà a metterlo in ulteriore crisi".

"Si è finanziata la quota 100 - prosegue Verga - ma non le assunzioni per coprire le uscite e questo, a nostro avviso, prefigura dei tagli che, evidentemente, non tarderanno ad arrivare. È una scelta inaccettabile quella di svuotare le scuole di personale e non assicurare un livello di istruzione stabile, che oltretutto espone il Paese a una procedura di infrazione per l'abuso dei contratti a tempo determinato per l'abnorme numero di contratti a termine a fronte di posti in organico disponibili e vacanti".

"Come al solito - conclude Verga - si individua la scuola per finanziare gli obiettivi del debito pubblico e dell'Europa. Invitiamo la politica regionale, ad ogni livello, ad assumere una posizione netta e determinata si totale dissenso".
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