
Le Vibrazioni, la nota di Giovanni Landriscina
«Invece di celebrare il successo dell’iniziativa, si cerca il difetto»
La vera domanda da porsi è semplice: "La comunità di Trinitapoli ha apprezzato la scelta di ospitare Le Vibrazioni? Il pubblico ha gradito la loro esibizione?" Questi dovrebbero essere i criteri fondamentali per valutare se l'iniziativa sia stata positiva o meno. Come nello sport, anche nell'arte e nella politica valgono regole di buon senso:
• Un calciatore si giudica per ciò che fa sul campo, non per le dichiarazioni ai microfoni.
• Un cantante va apprezzato per la sua performance, non per le opinioni politiche.
• Un politico dovrebbe essere valutato per la sua capacità amministrativa, non per i suoi gusti musicali. Ancora una volta ci troviamo di fronte a una distorsione del senso comune: Si tenta di politicizzare una serata di musica e intrattenimento, confondendo le acque e spostando l'attenzione dal merito dell'evento. Chi lo fa sembra seguire il vecchio adagio: "Se non puoi convincerli, confondili." Invece di celebrare il successo dell'iniziativa, si cerca il difetto, l'appiglio per criticare. Ma come ci ha insegnato il buon Dio, la perfezione non esiste. Tuttavia, in questa occasione, ci siamo andati molto vicini.
Chi sfrutta momenti di svago per fare propaganda politica dimostra di non saper "staccare la spina" e di vivere la politica come un'ossessione. Un cartellone estivo nasce per offrire leggerezza, gioia e condivisione. Non per fare battaglia ideologica. Questo dovrebbe essere il principio guida. Quanto alle parole del frontman, ognuno è libero di condividerle o meno. Ma vanno ascoltate con la stessa leggerezza con cui si ascoltano le chiacchiere da bar su calcio e politica. In quel momento, a parlare era un cantante, non un leader. Che dire? Il concerto del 16 agosto è stato un bellissimo momento per la nostra comunità. E questo dovrebbe bastare.