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Riglietti: «Alle aziende agricole della Bat non piace la rete del lavoro agricolo di qualità»

La nota del segretario generale della categoria, che sottolinea i pochi iscritti

Stando ai dati pubblicati dal sito dell'Inps a marzo 2022, la rete del lavoro agricolo di qualità conta appena diciotto aziende agricole della provincia Bat su un totale di oltre novemila. Il segretario generale della Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti ha sottolineato in una nota quanto il dato sia modesto e quanto la crescita sia al di sotto delle aspettative: «Un numero troppo basso se consideriamo il fatto che molte più realtà del nostro territorio hanno i requisiti per essere ammessi alla rete».

«Riteniamo opportuno, per l'esiguo numero di aziende iscritte alla rete del lavoro agricolo di qualità, che le associazioni datoriali di categoria per il ruolo che svolgono possano sollecitare le aziende loro associate affinché aderiscano a questo strumento indispensabile se vogliamo davvero trovare soluzioni contro il sommerso e le illegalità - ha spiegato il segretario - La Rete del lavoro agricolo di qualità è stata istituita presso l'Inps al fine di selezionare imprese agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Uno strumento che serve per trovare soluzioni contro il lavoro nero e lo sfruttamento dei braccianti nelle campagne. Nell'articolo 8 del testo della Legge 199/2016 sulle disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo si prevedeva, appunto, la nascita delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità con sede presso la commissione provinciale di integrazione salariale degli operai agricoli. Della Rete anche nella Bat fanno parte le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali di categoria Flai, Fai e Uila, l'Inps, l'Inail, la Prefettura, l'Ispettorato del lavoro, la Regione e la Provincia».

«Il nostro appello – si conclude la nota - va anche alle istituzioni affinché si attuino tutte le strategie possibili per far decollare questo strumento e all'Inps affinché ritorni a convocare le riunioni della Rete ferme da moltissimo tempo».
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