Furti a raffica in chiesa a Trinitapoli, fra Francesco: «Ho paura ma non chiuderò»
Sottratte le offerte dei fedeli: un danno morale e materiale che si ripete
giovedì 16 ottobre 2025
15.18
La comunità di Trinitapoli vive giorni di apprensione per la serie di furti che hanno preso di mira la chiesa dell'Immacolata, retta da fra Francesco Milillo e la sua fraternità. Negli ultimi venti giorni, la parrocchia della periferia cittadina è stata oggetto di azioni da parte di malintenzionati con un bilancio che tocca profondamente il parroco e i fedeli.
L'ultimo episodio, il più grave, è avvenuto in pieno giorno domenica scorsa. «Mentre era in corso la sagra del dolce nel cortile della chiesa – racconta il francescano – qualcuno ha rubato il mio zaino». La porta dell'ufficio parrocchiale era aperta e, nonostante la presenza di «tante persone», i ladri hanno agito indisturbati. Nello zaino erano custoditi documenti, una carta di credito e, soprattutto, una cospicua somma frutto delle donazioni dei parrocchiani.
Il rammarico di fra Francesco Milillo è grande, soprattutto per il valore morale del denaro sottratto: «Sono rammaricato per loro: quelle offerte sono frutto di sacrificio. Chi dona cinque, dieci, venti euro alla parrocchia toglie dalla propria tavola, magari un piatto oppure un gioco al proprio figlio: mi dispiace».
L'azione, secondo il parroco, appare pianificata: «I tentativi e poi il furto sono avvenuti sempre quando c'erano in parrocchia feste o raccolte fondi, com'è accaduto il 5 ottobre, quando abbiamo deciso di racimolare offerte per i bimbi di Gaza». Inoltre, l'utilizzo immediato della carta di credito, con «pagamenti continuativi eseguiti in una tabaccheria di Margherita di Savoia» per cifre basse, forse legate a scommesse o macchinette, indica la rapidità e l'intenzione dei ladri.
Sull'accaduto indagano i carabinieri, ai quali il parroco ha sporto denuncia. La situazione attuale rievoca una piaga che la comunità aveva già sperimentato: anche lo scorso anno, infatti, la parrocchia era stata oggetto di furto delle offerte dei fedeli.
Nonostante la paura, la posizione di fra Francesco Milillo resta ferma: «Non chiuderò le porte della chiesa perché è un luogo di preghiera e conforto, ma confesso di essere molto preoccupato». E conclude: «Dovrò munire la chiesa di un sistema di videosorveglianza anche se i miei parrocchiani dicono che dovrei chiudere la chiesa, ma io non ce la faccio, non posso vietare l'ingresso a chi cerca aiuto in Dio».
L'ultimo episodio, il più grave, è avvenuto in pieno giorno domenica scorsa. «Mentre era in corso la sagra del dolce nel cortile della chiesa – racconta il francescano – qualcuno ha rubato il mio zaino». La porta dell'ufficio parrocchiale era aperta e, nonostante la presenza di «tante persone», i ladri hanno agito indisturbati. Nello zaino erano custoditi documenti, una carta di credito e, soprattutto, una cospicua somma frutto delle donazioni dei parrocchiani.
Il rammarico di fra Francesco Milillo è grande, soprattutto per il valore morale del denaro sottratto: «Sono rammaricato per loro: quelle offerte sono frutto di sacrificio. Chi dona cinque, dieci, venti euro alla parrocchia toglie dalla propria tavola, magari un piatto oppure un gioco al proprio figlio: mi dispiace».
L'azione, secondo il parroco, appare pianificata: «I tentativi e poi il furto sono avvenuti sempre quando c'erano in parrocchia feste o raccolte fondi, com'è accaduto il 5 ottobre, quando abbiamo deciso di racimolare offerte per i bimbi di Gaza». Inoltre, l'utilizzo immediato della carta di credito, con «pagamenti continuativi eseguiti in una tabaccheria di Margherita di Savoia» per cifre basse, forse legate a scommesse o macchinette, indica la rapidità e l'intenzione dei ladri.
Sull'accaduto indagano i carabinieri, ai quali il parroco ha sporto denuncia. La situazione attuale rievoca una piaga che la comunità aveva già sperimentato: anche lo scorso anno, infatti, la parrocchia era stata oggetto di furto delle offerte dei fedeli.
Nonostante la paura, la posizione di fra Francesco Milillo resta ferma: «Non chiuderò le porte della chiesa perché è un luogo di preghiera e conforto, ma confesso di essere molto preoccupato». E conclude: «Dovrò munire la chiesa di un sistema di videosorveglianza anche se i miei parrocchiani dicono che dovrei chiudere la chiesa, ma io non ce la faccio, non posso vietare l'ingresso a chi cerca aiuto in Dio».