Mafia, di Feo: «Trinitapoli onesta e operosa, istituzioni contro la criminalità»

Il primo cittadino si unisce all'appello rivolto dai parroci casalini

domenica 14 giugno 2020 11.34
A cura di Giuseppe Capacchione
«Nel giorno del Corpus Domini, ancora una volta il mondo della Chiesa traccia un percorso etico di alto spessore, che risuona come riflessione imprescindibile in questa fase storica e sociale della città». Il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, si unisce all'appello dei presbiteri casalini che in queste ore hanno lanciato "il grido di una comunità ferita", dopo l'uccisione di Giuseppe Lafranceschina, il 43enne cugino del boss Giuseppe Gallone, freddato lo scorso 3 giugno da colpi di pistola esplosi da ignoti da un'Alfa Romeo Giulietta mentre era in sella a una bicicletta a pedalata assistita in via Mulini, una traversa del corso principale. La vittima era affiliata al clan Carbone - Gallone da sempre contrapposto al clan De Rosa - Miccoli per il controllo dei traffici illeciti sul territorio.

«Sin da subito - ha ricordato di Feo - abbiamo dialogato col prefetto Maurizio Valiante, che ringrazio per la disponibilità dimostrata anche in questo frangente. Questo territorio ha bisogno di maggiori attenzioni governative, essendo cerniera tra Andria e Cerignola ed essendo purtroppo interessato da una lunga scia di sangue, odio e vendetta che periodicamente ritorna, affiora, dilania e ferisce la comunità».

La stessa comunità, che, come ricorda la Chiesa locale con un manifesto per la giornata di oggi, "necessita del farmaco della legalità", alzando al cielo la preghiera: "Basta". «Il manifesto a firma dei nostri parroci - continua di Feo - centra il problema al cuore: nella coscienza di ciascuno si ritrovi il senso di appartenenza ad una comunità operosa, onesta, accogliente, intraprendente. E questa è l'unica via, ritrovando le istituzioni strette nella condivisione di valori e percorsi, discussi laicamente nel Comitato di sicurezza col prefetto, ed espressi con la forza della fede da don Peppino Pavone, don Stefano Sarcina, don Vito Sardaro e padre Pier Giorgio Taneburgo. questa è la Trinitapoli onesta, giusta, che vogliamo e che vincerà anche questa battaglia».