Mario Landriscina
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Territorio

Turismo nella Bat, Landriscina: «Tutte le città devono fare rete»

Intervento del direttore provinciale Confesercenti

I dati diffusi da Pugliapromozione alla Bit di Milano, pubblicati in questi giorni, sono stati oggetto di analisi e di considerazioni da più parti, prestandosi a varie interpretazioni.

«In particolare, oltre ai positivi dati riferiti alla Regione Puglia a testimonianza della netta ripresa del settore della filiera turismo (che fa ben sperare per la prossima stagione estiva 2023 nel raggiungere le performance ante periodo Covid), alcuni interventi, relativamente ai dati della provincia Bat, lasciano trapelare, accanto ad alcune poche considerazioni positive, una lettura generalmente critica dell'andamento del turismo per molti versi non condivisibile». Lo ha sottolineato Mario Landriscina, direttore Assoturismo Confesercenti Puglia e Confesercenti Bat.

«I dati non sono poi così negativi. Non trovare alcuna città della Bat fra le prime 15 per arrivi e prfesenze (anche se Trani è vicina a quel traguardo) non deve meravigliare in quanto, rispetto alle 15 città indicate, quasi tutte con affluenza turistica legata al balneare, il paragone non può essere considerato omogeneo» ha osservato.

«Tutti sappiamo che non è certo il balneare, o quantomeno solo il balneare, la tipologia di turismo che caratterizza la Bat; un territorio che è relativamente giovane nella sua configurazione aggregata di area con potenzialità turistiche molto variegate, dal balneare al naturalistico; dall'enogastronomico all'archeologico, dal religioso al termale, ecc., ma soprattutto di carattere artistico-architettonico-culturale che, sempre più spesso, così come indica la Commissione Europea, è associata al turismo inteso in senso lato» ha aggiunto Landriscina.

«Non bisogna infatti fare l'errore di credere che lo sviluppo del turismo culturale sia un fenomeno economicamente non interessante. Dobbiamo tutti ragionare e riflettere su come accelerare questo tipo di turismo, tra l'altro con caratteristiche di qualità che ben si addicono a città di media grandezza come Trani, Barletta, Bisceglie, in cui lo sviluppo di un turismo culturale e lento va perseguito molto di più rispetto ad altre tipologie dove ai grandi numeri si sommano esternalità negative che incidono parecchio anche sulla qualità della vita delle persone, che siano cittadini e/o turisti» ha evidenziato il direttore provinciale di Confesercenti.

«Dobbiamo anche considerare che la sesta provincia pugliese è di recente costituzione per cui, rispetto a realtà storiche rilevanti nel panorama turistico pugliese del Salento, della Valle d'Itria, del Gargano, che vantano una storicità maggiore, dobbiamo tener presente i maggiori progressi che la Bat comunque sta facendo negli ultimi 20-30 anni.
Avendo avuto modo di analizzare il report "Movimento turistico 2022" di Pugliapromozione disaggregato delle 10 città della Bat (dati ancora provvisori ma quasi definitivi) si può notare come, leggendo i dati relativi agli arrivi e alle presenze, il territorio della cosiddetta "Puglia Imperiale" ha grandi potenzialità, ancora inespresse per vari problemi di cui parlerò successivamente, per crescere ed attestarsi tra le prime della classe in determinati target turistici.

Per esempio, il report ci suggerisce che Trani, nel 2022, con 58.101 arrivi e 115.381 presenze, deve essere messa nelle condizioni di divenire il fulcro turistico di un territorio provinciale vasto, aggregando ad esso comuni come Bisceglie e Barletta che hanno mostrato anch'esse un numero rilevante di arrivi e presenze, ovvero rispettivamente 35.114 arrivi e 84.839 presenze (Bisceglie) e 36.387 arrivi e 80.278 presenze (Barletta).

Credo, invece, e ne sono stupito, perché inaspettato, che il dato di Andria sia preoccupante. Nonostante il sito Unesco di Castel del Monte la Città registra solo 21.838 arrivi e 42.797 presenze, ben distante dai Comuni sopra citati. Interessanti, assolutamente da non sottovalutare, sono i dati relativi ai siti archeologici di Canosa di Puglia che si attesta a 6.862 arrivi e 12.946 presenze, e Trinitapoli, con 1.841 arrivi e 5.780 presenze.

Di rilievo, a testimonianza che il turismo balneare riveste ancora il ruolo primario della filiera per cui i dati delle prime 15 città non fanno che confermare tale tendenza, il dato di Margherita di Savoia che, con i suoi lidi e le terme, raggiunge la ragguardevole cifra di 11.126 arrivi e 40.191 presenze, confermando che anche le altre città devono dotarsi di una costa balneabile, attrezzata e servita per accrescere i propri già considerevoli numeri. Minervino Murge con 295 arrivi e 689 presenze, Spinazzola con 178 arrivi e 1.585 presenze e San Ferdinando di Puglia con 1.281 arrivi e 2.916 presenze, sono il fanalino di coda ma che possono, se ben governate, essere inserite tra i borghi più belli d'Italia, andando incontro alle più recenti esigenze di nicchia di un turista che cerca mete dove trovare quiete, buon mangiare e buon vivere» ha rilevato.

«Una Provincia, dunque, che ha tutte le carte in regola per emergere, come sopra accennato, in vari settori della filiera turistica. Se si pensa che, unitamente ad un maggiore sviluppo del turismo balneare, il turismo d'arte, cultura, archeologia, enogastronomia, religione, terme, zona umida naturalistica potranno permettere di sviluppare il fenomeno turistico in un quadro di destagionalizzazione, il quadro non è poi così da buttar via.
Allora, mi si potrà dire, qual è il problema! L'origine del lento sviluppo del turismo nella provincia Bat va purtroppo ricercato nella mancanza di una "governance" che, nonostante si siano in passato spese economie ingenti, il brand Puglia Imperiale, scontando l'inefficienza della stessa agenzia, non è riuscita a costruire.

Creare un sistema a rete si rende necessario, per realizzare un prodotto turistico, compreso di servizi, da inserire nei circuiti più importanti a livello nazionale ed internazionale che solo una "governance pubblico privata" dotata di una visione e di un piano strategico precisi potrà raggiungere, affiancato da un piano di marketing adeguato e da un piano economico di spesa rilevante. Continuare ad andare ogni città della Bat ciascuna per conto proprio può solo produrre piccoli passi in avanti, magari agevolate dal successo sempre più rilevante del brand Puglia ma non si accelereranno i necessari processi virtuosi di crescita che il territorio meriterebbe.

Iniziative come "I dialoghi di Trani", "Libri nel Borgo Antico" a Bisceglie, il Jova beach party a Barletta, Battiti Live ed altre iniziative importanti succedutesi negli ultimi anni, non potranno produrre risultati duraturi se slegati tra loro e soprattutto se slegati dalla creazione di un prodotto turistico legato alle nostre tradizioni storiche, architettoniche, naturalistiche, enogastronomiche» è l'opinione di Landriscina.

«Perché per esempio non puntare ad uno sviluppo del turismo legato ai nostri settori produttivi, commerciali, artigianali, agroalimentari, utilizzando un metodo di sviluppo distrettuale come si sta tentando di sperimentare con il Distretto urbano del commercio di Trani, il cui obiettivo sarà quello di creare, puntando, attraverso l'innovazione digitale, ad una riqualificazione urbana dei settori commercio e turismo con un occhio rivolto alla crescita sociale degli ambienti urbani soprattutto in centro storico ma anche nelle periferie?

Il Distretto urbano del commercio a Trani, a breve, metterà in rete una piattaforma e una applicazione che consentirà, ad utenti privati, imprenditori, turisti e cittadini qualunque di interagire con la Pubblica Amministrazione con l'obiettivo di coinvolgere dal basso risorse e persone per mettere a regime tutte le potenzialità di sviluppo economiche del territorio e migliorarne l'accoglienza turistica, non dimenticando ancora la grande carenza di alberghi di una certa dimensione e la presenza di forme diffuse di abusivismo nel settore extralberghiero che, oltre a non offrire una bella immagine della città, falsano, tra le altre cose, anche i dati dei report che vengono analizzati criticamente. Senza parlare della necessità di avere una stabilità della politica dei prezzi e dell'offerta di qualità dei servizi in un'ottica di rapporto qualità/prezzo che spesso manca dalle nostre parti» ha concluso Mario Landriscina.
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