Convegno Museo
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Eventi e cultura

Tutto pronto per il Museo degli Ipogei

A gennaio 2015 potrebbe esserci l'apertura della struttura attesa da anni

Aspettando il museo. È questo il titolo del convegno, incentrato sulla nuova struttura museale di Trinitapoli, tenuto la scorsa settimana presso l'Auditorium dell'Assunta. Non c'è ancora una data d'apertura ufficiale, ma potrebbe essere nelle prime settimane di gennaio del 2015. Almeno questa è la promessa strappata alla dottoressa Anna Maria Tunzi, direttore scientifico degli scavi e del Museo Archeologico degli Ipogei, durante la sua relazione, con cui ha raccontato le ultime importanti scoperte nell'ultimo scavo all'interno del Parco degli Ipogei.
Ad introdurre la dottoressa Tunzi gli interventi del segretario generale facente funzione, la dottoressa Angela Maria Montanaro, del vicesindaco Andrea Minervino e dell'assessore ai lavori pubblici e urbanistica Giustino Tedesco. Soddisfazione, manifestata dal sindaco Francesco di Feo che vede avvicinarsi la data dell'inaugurazione della struttura. «È stata l'occasione istituzionale per fare un punto della situazione, per riuscire seriamente a risolvere la questione dell'apertura – ha detto il primo cittadino, a margine del convegno – . Il buon rapporto instaurato dalla mia amministrazione con la soprintendenza e con la dottoressa Annamaria Tunzi ha permesso innanzitutto di completare i lavori del museo e di tracciare un nuovo percorso che ci porterà nei primi mesi del 2015 ad inaugurare il nuovo Museo Archeologico degli Ipogei e a riaprire il Parco».
Il completamento del Museo con le ultimissime rifiniture, un restyling del Parco Archeologico e l'affidamento della gestione delle strutture: sono i passi che porteranno ad inaugurazione e riapertura. Il sindaco non si sbilancia, ma sicuramente mai come in questo momento l'apertura della struttura appare reale, dopo oltre 15 anni di attesa. «Il museo è davvero completo ed è stupendo – ha proseguito il sindaco di Feo – . Stanno rifinendo gli ultimi particolari per riuscire ad inaugurarlo e consegnarlo finalmente alla città. Vogliamo creare dei percorsi didattici con le scuole attraverso una gestione sperimentale, con società competenti e qualificate, non vogliamo commettere gli errori del passato, né lasciarci coinvolgere dalle polemiche create ad arte per rallentarne appositamente l'apertura. Stiamo lavorando, d'accordo con la soprintendenza, per portare avanti questa linea, che siamo convinti essere quella giusta per riuscire a risolvere le ultimissime criticità in tempi brevi».
Il sindaco Francesco di Feo su Facebook è intervenuto rispetto alla questione del museo. «L'oggetto di questo momento culturale trinitapolese è stato doppio: Il Museo e i tempi della sua apertura da un lato e dall'altro lo stato degli scavi del nuovo ipogeo rinvenuto nel nostro territorio e denominato "Ipogeo Fermatreccia". Nel descrivere quest'ultimo la dott.ssa Tunzi ha reso l'incontro simile ad un viaggio all'indietro nel tempo raccontandoci le funzione degli ipogei quali templi che per la loro forma, molto vicina a quella della vulva, rappresentava la vita e la morte. La vita perché la sua forma rappresenta e indica la fecondità, la morte perché esso diveniva sepolcro del capo del villaggio e del suo ristrettissimo clan. A tal proposito la dott.ssa Tunzi ci ha raccontato visivamente che gli scavi hanno consegnato alla storia vari reperti quali, ossa – quelle del capoclan, detto Portatore di Spada – varie spade, collane ed alti oggetti. Sicuramente questi nostri avi che abitarono il territorio di trinitapoli ebbero scambi commerciali con le popolazioni provenienti dall'attuale Turchia, dal medioriente grazie ad un prodotto che nel periodo del Bronzo (a cui gli ipogei fanno riferimento) era un importante fattore di scambi economici: il SALE. Mi sento di affermare che questo incontro ha elevato tutti noi ad un livello culturale superiore che non arricchisce le sole conoscenze storiche ma ci consente di aver un quadro completo sull'evoluzione sociale che la comunità di uomini e donne, vissuti nel nostro territorio, hanno avuto lungo la linea del tempo. Personalmente sono convinto che questi incontri non solo debbano essere intensificati ma è vitale una partecipazione più massiva della città perché essi non attengono solo alla STORIA ma riguardano l'origine delle nostre radici e nessuno dovrebbe chiamarsene fuori».
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