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Eventi e cultura

Intitolata una via ai profughi di San Nazario

Trinitapoli 100 anni fa ospitò i fuggiaschi valligiani. Ora si prepara il gemellaggio

Il ricordo del drammatico esodo dei veneti dopo la disfatta di Caporetto, durante la prima guerra mondiale. Una pagina della nostra storia che ha visto protagonista anche la Valbrenta e che è stata ricordata e rivissuta a Trinitapoli, dove è stata intitolata una via ai "Profughi di San Nazario". Scopo dell'inziativa, rinsaldare il legame tra i due comuni, in occasione del centenario della Grande Guerra. Durante la cerimonia, alla quale hanno partecipato il sindaco Ermando Bombieri e l'assessore Adolfo Gheno, è stata inaugurata anche una mostra fotografica che ricorda il periodo del profugato. Il sindaco di Trinitapoli, Francesco Di Feo, ha proposto il gemellaggio tra i due comuni, per il legame che da 100 anni unisce le due comunità. Furono circa 500 gli abitanti di San Nazario che in Puglia andarono profughi nel tragico novembre del 1917.
Caporetto fu un dramma vissuto da migliaia di uomini, donne e bambini, costretti al profugato e dispersi in ogni parte d'Italia.
Un esodo, per quanto riguarda la Valbrenta, ricordato con foto, documenti inediti e testimonianze dallo storico locale Eugenio Campana in due libri nei quali sono ricordate le vicende di quella «lunga carovana di disperati che portandosi appresso poche masserizie, affrontò zone sconosciute in un dolente andare, con il cuore rotto dall'angoscia per il distacco dal proprio paese e dalle poche cose, frutto di lavori e sacrificio».
A Trinitapoli i sannazaresi furono accolti nell'edificio scolastico adiacente alla via che ora è stata intitolata ai profughi valligiani.
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