Architetture di Vino, l'Ordine degli Architetti alla scoperta delle "cantine"

Un seminario a Trani domenica 29 novembre con inizio alle 10 a Palazzo Covelli

venerdì 27 novembre 2015 15.15
A cura di Stefano Massaro
"Architetture di Vino" è il titolo esplicativo di un seminario che si svolgerà domenica 29 novembre a partire dalle ore 10 a Palazzo Covelli a Trani, promosso dalla commissione Cultura dell'ordine degli Architetti della Bat. L'anno in corso ha come obiettivo di ricerca, infatti, lo studio, la catalogazione e la promozione di luoghi fondamentali per l'economia del territorio come cave, cantine e frantoi. Il primo momento di incontro e confronto avrà come tema il Vino. In occasione dell'evento VIN' a TRANI, infatti, si parlerà proprio delle cantine storiche del territorio e di come la coltivazione dei vigneti, introdotta nel 1700, lo abbia trasformato. «Sarà presentata la nostra ricerca in corso con rilievi e fotografie di luoghi ricchi di storia e di bellezza struggente - ha detto la presidente della Commissione Cultura dell'Ordine degli Architetti, Francesca Onesti - L'occasione è molto interessate per promuovere il nostro territorio e la nostra cultura architettonica del Vino. L'architettura e il Vino come elementi di valorizzazione e di identificazione».

Il paesaggio nel corso del tempo è stato oggetto di trasformazioni continue in relazione all'uso che si è fatto dei singoli territori: l'uso e le colture praticate hanno generato paesaggi, percorsi, architetture. «Il territorio del Nord Barese è legato alla storia della Regia Dogana delle Pecore - ha detto ancora Francesca Onesti - La Dogana delle pecore curò per 400 anni la gestione del demanio armentizio del Tavoliere di Puglia e regolò la transumanza del Regno di Napoli. Questo elemento segnò una trasformazione netta nell'economia pugliese indirizzandola verso la pastorizia. Nasce nel XV secolo con atto del 1° agosto 1447 di Alfonso 1° di Aragona e termina nel 1806 con l'occupazione francese del Regno di Napoli. Parte del territorio di Trani si trovava nella Locazione di Andria Il territorio si presentava "verso l'interno a seminativo con grandi appezzamenti macchiosi e sassosi". Dopo tre secoli dedicati alla pastorizia inizia a delinearsi un nuovo capitolo nella storia del paesaggio agrario. Le colture legnose la vite e soprattutto l'olivo si diffondono e sostituiscono il seminativo. Di conseguenza anche le masserie esistenti vengono trasformate. Sono necessari i frantoi per la produzione dell'olio, così si costruiscono grandi locali che possono ospitare i torchi, le macine e le cisterne; i palmenti, spaziose cantine, spesso poste nei seminterrati con i torchi i tini e le botti. Le nuove produzioni comportano un ripopolamento delle campagne con la conseguente necessità di alloggi per i contadini. Grande evento per l'agricoltura è l'abolizione, introdotta dalla legge del 1 settembre 1806 dei demani (ecclesiastici, feudali, comunali); questi vengono ripartiti in libera proprietà. Nascono così le grandi masserie che caratterizzano fortemente il nostro territorio come centri di produzione».

All'evento interverranno il consulente vitivinicolo Cristoforo Pastore, il Vice Presidente della Regione Puglia, Antonio Nunziante e Paolo de Leonardis Direttore Tecnico del Gal "Le Città di Castel del Monte: «Quello di cui parleremo - ha concluso l'Arch. Onesti - è il riuso e il restauro dei beni architettonici ereditati dal passato che hanno tutte le potenzialità per diventare poli trainanti della nostra economia. Avremo come riferimento scientifico la ricerca svolta dall'Università degli studi della Basilicata - Dipartimento DICEM - Architettura Matera, avente come titolo "Cantine Culturali Ipogee"- Relatori prof. Arch. Antonio Bixio, prof. Giuseppe Damone».